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sabato 20 agosto 2011

Martin Opitz (23/12/1597 - 20/8/1639)

O amata affrettiamoci,
è tempo:
l'indugio ci nuoce da ambo le parti.

I doni dell'alma bellezza fuggono via via,
ché tutto quel che abbiamo deve sparire.

Lo splendor delle guance sbiadisce,
i capelli si fan grigi,
il fuoco degli occhi si spegne,
l'ardore diventa ghiaccio.

La boccuccia di corallo si sforma le mani come
neve deperiscono e tu invecchi.

Perciò godiamo adesso il frutto della giovinezza,
prima che ci tocchi seguire la fuga degli anni.

Se tu ami te stessa,
allora ama anche me,
dammi, sí che, se dai,
perda anch'io.

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