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sabato 12 novembre 2011

Tin Ujevic (1891 - 12/11/1955)

APPUNTO SULLA SOGLIA

Non sono io in queste poesie, benché le abbia scritte.
Non sono io in questi lamenti, benché li abbia emessi.
La mia vita vera, l’ho respirata appena.

Poiché io vivo perfino se la poesia muore. Io vivo perfino se la pena scompare.
C’è in me una calma quiete, ma anche una mia vastità.
Io lascio anche altri esprimersi per me.
Ed io stesso esprimo altri stessi.

Né m’importa d’essere uomo, se sono riuscito divinamente a manifestare altri.
Oh io! oh io! io sono più piccolo e più grande di me.
Oh io! oh io! il mio io secondo e terzo.

Io non sogno la felicità. Ma della felicità non diffido.
Guarda questa mia diade e triade: c’è in me buio,
ma c’è anche serenità
e la mia stupenda armonia.

GIOCATTOLO DEI VENTI

Soffri senza lagrima, vivi senza bestemmia
e sii tranquillamente infelice.
Vane son le lagrime, né la nenia
col sogno amaro si lenisce.

Abbandònati all’ebbro vento della vita,
che ti trascini per ogni spiazzo;
che ti travolga come una fogliolina
nel pazzo impeto un turbine pazzo.

Vola come foglia che il vortice insegue,
sei anima che al volo s’addice;
non per la terra, non per la tregua
è un fiore privo di radice.

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