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sabato 31 dicembre 2011

Danilo Dolci (1924 - 30/12/1997)


Annunciano di avere ammazzato
milletrecentoventisette persone,
si vantano di averne rovinate
di schianto altre diecimila,
si gloriano di aver distrutto
dighe, industrie
“anche per elevare il morale del popolo”,
di aver sconvolto undici strade:
anacronistici mostri
lo sterminio lo chiamano vittoria.

*
A Allende è andata male
(amico mio,
ricordo quella notte a Santiago,
non eri ancora una speranza del mondo,
ti domandavo perché non trovavo
le percentuali dei bambini spenti
in Sudamerica: mi rispondevi
erano svanite da quando a Cuba
le avevano abbassate).
Più guardingo
Devi vigilare i nostri Pinochet.
Non confondere le chiacchiere col lavoro,
non confondere maldicenza con dialettica,
non profanare incontri con parole
superflue.
Non confondere rapporto nonviolento con lasciar fare,
non confondere sicurezza in una istituzione
con sviluppo del fronte democratico,
non confondere amore con gelosia.
Rifiutati a sparare soluzioni:
senza dileguarti, apprendi
a riproporre agli altri le domande.
Rifiuta il disdegnoso volo:
cura fondare il fronte
più necessario
in cui ciascuno cresca.
*
Esistono contrade
ove il diritto al lavoro è alla gente
come appiccicosa striscia per mosche
- più si dibattono più vi si impigliano -,
esistono contrade ove è come
il profumato nettare
di alti fiori di acacia per mosche
- pure sognanti il miele – senza le ali.

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