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venerdì 23 dicembre 2011

Gustavo A. Bécquer (1836 - 22/12/1870)


Tu eri l'uragano e io l'alta torre

Tu eri l'uragano e io l'alta torre che sfida il suo potere:
dovevi schiantarti o abbattermi...
Non è potuto essere!
Tu eri l'Oceano e io la eretta roccia
che salda attende il suo ondeggiare:
dovevi rifrangerti o sradicarmi!
Non è potuto essere!
Bella tu, io altero;
abituati l'una a travolgere, l'altro a non cedere;
il sentiero stretto, inevitabile lo scontro...
Non è potuto essere!
IO SO UN INNO IMMENSO E STRANO
Io so un inno immenso e strano
che annuncia nelle notti dell'anima un'aurora,
e queste pagine sono di quell'inno
cadenze che l'aria dilata nell'ombra.

Io vorrei scriverlo, dell'uomo
dominando la ribelle, meschina lingua,
con parole che fossero ad un tempo
sospiri e risate, colori e musica.

Ma è inutile lottare; non c'è scrittura
che possa racchiuderlo, e a malapensa - oh mia bella! -
tenendo fra le mie mani le tue,
potrei, all'orecchio, cantarlo a te sola.

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