Powered By Blogger

martedì 27 dicembre 2011

Osip Mandel'stam (1891 - 27/12/1938)

Una indicibile tristezza
ha spalancato gli occhi,
un vaso di fiori s'è svegliato
ed ha versato il suo cristallo.

Tutta la stanza è impregnata
di languore-dolce rimedio!

Un così piccolo regno
ha risucchiato tanti sogni.

Un po' di vino rosso,
un po' di maggio radioso
e la bianchezza delle piccole dita fine
che spezza il friabile biscotto.

                       * * * 

Un povero raggio, con misura fredda,
semina lentamente la luce nel bosco umido.
Io porto la tristezza nel cuore, come un uccello grigio.
Cosa fare con un uccello ferito?
Il cielo che tace, è morto.
Da un campanile velato di nebbia
qualcuno ha tolto la campana.

E resta orfano
e muto lo spazio -
come una vuota torre bianca
dove sono nebbia e silenzio.

Mattino, senza limite di tenerezza -
Metà realtà e metà sogno,
deliquio insoddisfatto,
suono vago di pensieri...



                  * * * 


Un vento nero fa frusciare le foglie
che respirano confuse
e una rondine, tremando,
nel cielo oscuro traccia un cerchio.

Il crepuscolo che avanza
discutendo in silenzio
nel mio cuore tenero e morente
con il raggio che per ultimo sparisce.

E sopra il bosco quando fa sera
s'alza una luna di rame;
perché mai così poca musica,
perché mai un tale silenzio?



Nessun commento:

Posta un commento