Powered By Blogger

mercoledì 25 aprile 2012

Il poeta del giorno: JORGE GUILLEN


Jorge Guillén Poeta spagnolo (Valladolid 1893 - Malaga 1984). Considerato iniziatore della poesia pura o, come egli stesso preferì definirla, simple ("semplice"), assommando le esperienze di J. R. Jiménez, P. ValéryS. Mallarmé e, secondo alcuni, di W. Whitman, compose le sue liriche con un'acuta attenzione formale, giungendo a uno stile incisivo, che suscita immagini attraverso una sintassi allusiva e musicale. Di qui le sensazioni contrastanti di un'apparente mancanza di calore emotivo e di una semplicità stilistica che sono invece frutto di una quasi esuberante vitalità affettiva e di un complesso lavorio di sintesi e di scelte linguistiche.  La sua opera maggiore èCántico (1928).
Dopo avere compiuto i primi studi in Svizzera e successivamente a Madrid e aGranada, fu per alcuni anni lettore di spagnolo alla Sorbona di Parigi (1917-1923), prof. di letteratura spagnola a Murcia (1925-1928), dove fondò e diresse con J. Guerrero la rivista d'avanguardia Verso y prosa (1927-1928), ancora lettore a Oxford (1929-1931) e poi docente, in Spagna, nell'università di Siviglia durante il periodo repubblicano. Impostosi soprattutto dopo la prima edizione del Cántico, e anche durante l'esilio negli USA (vi si era trasferito, in seguito alla guerra civile, nel 1938), G. ha continuato ad esercitare un'influenza notevole sulla più recente poesia spagnola. Nell'ultimo decennio della sua vita, i ritorni frequenti in patria (seppur mai definitivi), le visite e i lunghi soggiorni in Italia hanno intensificato il rapporto del poeta con la cultura europea e con le giovani generazioni del suo paese. Tra i numerosi riconoscimenti attribuitigli, oltre alla nomina ad accademico d'onore della Real Academia Española, ricordiamo il premio Cervantes (1976) e il premio dell'Accademia Nazionale dei Lincei (1977).
Il tema fondamentale a cui s'ispira compatta la produzione di G. è una sorta di gioia panteistica verso il creato, che implica fiducia nella vita e nella realtà, in una posizione di ostinato ottimismo anche quando sembra che il dolore spinga il poeta verso un ripiegamento o verso una più umile ricerca della divinità. La sua opera maggiore, Cántico, si è andata via via ampliando in successive edizioni (1a ed. 1928;5a ed. 1962, comprendente 334 liriche). Si ricordano inoltre: Clamor (3 voll.:Maremágnum1957Qué van a dar a la mar1960A la altura de las circunstancias1963); Suite Italienne (19642a ed. 1968); Homenaje (1967); Aire nuestro (1968, in cui sono riunite le liriche di CánticoClamor e Homenaje); Y otros poemas (1973). Del 1959 è la pubblicazione della sua corrispondenza con F. García Lorca (Federico en persona); notevole anche il suo volume su Lenguaje y poesía (1962).
Profondo annottare
Gioia.
Palpita con un battito
crescente la magnolia.
I tetti vanno cedendo al verde,
tanto nobile,
sera e uccelli.
Tra foglie,
mormorii d’invisibile
inquietudine
implorano ombra.
Palpita l’albero,
ormai quieto,
col battito del suo cuore velato.
Che accade, dunque?
Un al di là si crea
con tenerezza e notte.

Perderti, perdersi
Dove, dove, dov'e' più?
Mi s'e' perso un'altra volta
e già l'avevo nelle mani.
O solo lo cercavo,
sicuro della mia strada?
E d'un tratto, sulla banchina
d'una stazione ... No, vagavo
per la strada, e svoltando
all'angolo mi si perse,
o mi persi io. Che sete!


Nessun commento:

Posta un commento