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domenica 22 aprile 2012

Il poeta del giorno: WILLIAM CARLOS WILLIAMS

Nato a Rutherford (New Jersey) nel 1883 (morì nel 1963), di padre inglese d di madre di origine caraibica, si laureò in medi cina all'università di Pennsylvania; qui conobbe Ezra Pound e H. Doolittle. Dopo un periodo passato a New York, tornò a Rutherford per praticare la medicina e la poesia, viste come due modi com plementari di conoscenza dell'uomo e del suo linguaggio. Già in Gli umori (The tempers, 1913) e Primavera e tutto (Spring and all, 1923) è la poetica "americana" che si esprime nel principio "niente idee se non nelle cose". Allontanandosi da Pound e da Eliot, muove alla ricerca di un linguaggio capace di ospitare materiali nuovi ed eterogenei, oggetti apparentemente irrilevanti (come la "carriola rossa", lucida di pioggia, in una sua poesia breve molto nota). Le splendide prose di Nelle vene americane (In the american grain, 1925) sono un'indagine della molteplice realtà americana riscoperta nei suoi uomini rappresentativi (Eric il rosso, Franklin, Aaron Burr, Lincoln), negli eventi mitici, nei suoi drammi, dalla caccia alle streghe all'inquinamento di acqua e terra. Ultimo sviluppo di questa ricerca di un proprio concreto territorio poetico coincidente con l'america è Paterson (1946-51) poema in 5 volumi, costituito da versi e prose, documenti lettere manifesti, che con il suo potente respiro epico rappresenta il punto più alto dell'opera di Williams e uno dei modelli per la poesia americana successiva. Paterson è la città del New Jersey con la sua geografia fluviale e la sua storia coloniale, ma anche un uomo in essa e il pensiero di quest'uomo che prende corpo nel- la parola poetica. Le ultime opere furono Altre poesie (Collected later poems, 1950) e Quadri da Brueghel (Pictures from Brueghel, 1962), domi nate dalla tematica della vecchiaia come "discesa", che parados salmente si presenta come "rinnovamento" e "inizio". Partito dall'imagismo e dalla lezione del primo Pound che gli hanno insegnato il valore dell'immagine dai contorni netti e il ruolo della parola concreta, Williams è approdato alla trasformazione dell'illusione di oggettività in una tendenza a sviluppare fin dove è possibile la potenzialità della cosa, all'espressione diretta intesa come processo e alla libertà dai metri tradizionali. Ogni poesia di Williams è un caso a sé, con un proprio particolare destino. E' stato autore di romanzi come la trilogia Il mulo bianco (White mule, 1937), Nel denaro (In the money, 1940), La costru zione (The build-up, 1952); di racconti, di opere teatrali rac colte in Molti amori e altri plays (Many loves and other plays, 1961), ma la scrittura poetica è la radice della sua invenzione e la compattezza della sua intera produzione nasce dalla spinta a cancellare i generi verso quella visiona della parola come corpo e respiro testimoniata in "Paterson". 


CORRENTE
Hai l'incanto di un fiume
sotto cieli tranquilli.
Ci sono cose imperfette
ma vi si stende una musica.

E dice che per letto
di tenebre si spinge la corrente
a che smagliante mare
che increspa la mia mente

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